A tu per tu con… Dario “Spartan” Morello
Ci sono notti destinate a rimanere per sempre nel posto più suggestivo dei nostri ricordi. Nel caso degli sportivi poi, si ha la fortuna di far rimanere quelle stesse notti anche nei ricordi delle altre persone, che siano essi appassionati, tifosi o semplici spettatori. E non potrebbe essere altrimenti quando si assiste a spettacoli come quello andato in scena al PalaBadminton di Milano il 23 luglio del 2017.
Nel main event della serata ci sono da una parte Tobia Loriga, pugile esperto dal grande curriculum. Dall’altra invece c’è Dario “Spartan” Morello, un giovane talento pronto a esplodere. Ne viene fuori un match epico, uno dei più belli degli ultimi anni nella scena italiana. Ad emergere alla fine è la classe cristallina di Morello. Una vittoria che rappresenta la sua consacrazione e allo stesso tempo anche l’inizio della nostra storia. Un percorso attraverso il quale andremo a conoscere più a fondo la vita e i sogni di un autentico predestinato. Un pugile intelligente dentro e fuori dal ring. Uno di quegli atleti, in sostanza, che potrebbero finalmente riportare il pugilato italiano ai fasti di un tempo.
“Il match contro Loriga è stato un grandissimo trampolino di lancio – inizia a raccontare Dario Morello – Affrontavo un campione che durante la sua carriera ha calcato anche palcoscenici internazionali. Per indole sono un pugile che si esalta quando ha davanti degli avversari di questo livello e così, quando sono salito sul ring, non volevo solo vincere, ma dimostrare anche quello che sono realmente capace di fare. Può sembrare presuntuoso, ma dentro di me sapevo che sarei tornato a casa con il titolo italiano dei welter e questo non mi bastava. Volevo impressionare, volevo far vedere al pugilato professionistico italiano che Dario Morello non era da considerare solo come un buon ex dilettante. Volevo far vedere che con quel match sarebbe iniziata la mia era. Per fare tutto questo ho dato l’anima. Ho dato fondo a tutta la preparazione dei mesi precedenti. Mi ero allenato e avevo vissuto in funzione solo di quel match. Sono contento quindi che sia andata bene e che in molti lo abbiano sottolineato”.
Un match che ha proiettato Morello a livelli altissimi e che ha fatto emergere anche qualcosa di diverso da quello a cui siamo abituati. La boxe di Morello infatti rappresenta una ventata d’aria fresca. Una sorta di proiezione nell’era moderna del panorama pugilistico italiano. Uno stile e una personalità che affondano le radici, ovviamente, nel suo incredibile talento naturale, ma anche in una passione sconfinata per questo sport.
“Ho passato ore, e tutt’ora le passo, a studiare e a guardare video di pugilato – continua Morello – La boxe, come tutti gli sport, si evolve e ritengo necessario non focalizzarsi sempre sui soliti schemi. Probabilmente questo è un limite che abbiamo in Italia e che rende allo stesso tempo molto noiosi alcuni match. Io prima di essere un pugile professionista sono un maledetto appassionato di questo sport. Sono cresciuto con negli occhi i match di Roy Jones, Floyd Mayweather e tanti altri cercando di fare miei alcuni concetti che ritenevo validi. Ho creato così uno stile mio grazie a mio padre, che è la figura che mi ha iniziato al pugilato nella sua palestra in Calabria. Poi ho conosciuto altri maestri che mi stanno seguendo nel mio percorso professionale da quando mi sono trasferito a Bergamo. Una libertà e una guida tecnica congiunta che mi hanno permesso di creare un punto di incontro fra lo stile dei miei idoli e quello che mi hanno cucito addosso i maestri in base alle mie caratteristiche fisiche e mentali. Devo dire che tutto questo sta dando i suoi frutti. Sono stato contento di essere entrato nella scuderia di Mario Loreni e che abbiano creduto in me. Ora gradualmente sto ricambiando la fiducia con i risultati ed ho il compito di continuare su questa strada”.
Morello, come molti pugili professionisti italiani, si divide fra il lavoro e gli allenamenti. Una condizione che richiede costanza, impegno e grandissima determinazione.
“Questo è un discorso che può avere diverse interpretazioni – chiosa il pugile calabrese – Da una parte infatti è palese che dividersi fra il lavoro e gli allenamenti non è sicuramente un fattore che aiuta, soprattutto a livello mentale. D’altro canto è anche vero che la preparazione fisica totale a tempo pieno può procurare un logorio fisico al quale magari non si è abituati se non lo si è fatto sempre come i pugili più famosi. Questo lo dico non da atleta ma da professionista del settore essendo io un personal trainer. A prescindere da tutto questo però, non mi piace che spesso il fatto di lavorare e allo stesso tempo allenarsi venga usato come una scusante. Dobbiamo metterci in testa che questa purtroppo è la realtà e quindi bisogna accettarla. Non credo che a breve possa cambiare qualcosa. Non si può far altro dunque che mettersi sotto e lavorare. Se fai il pugile bisogna avere una predisposizione al sacrificio e un focus su un obiettivo. Può sembrare un discorso retorico, ma per obiettivo intendo anche riuscire a superare questi ostacoli che fanno da contorno al match. Ovviamente non è facile, ma bisogna riuscirci altrimenti non si riesce a esprimere il massimo del potenziale”.
I pensieri di Dario Morello corrono di pari passo al suo stile pugilistico. Le sue parole sono sempre terribilmente efficaci e allo stesso tempo spiazzanti come le sue schivate. 25 anni e una personalità trascinante. La conclusione dunque appare scontata: dove può arrivare “Spartan”?
“Attualmente sono in fase di preparazione – conclude Morello – Il 21 settembre combatterò a Desenzano del Garda. Farò un altro test sulle sei riprese in attesa di un’occasione per un titolo internazionale che dovrebbe arrivare a breve. Con Loreni stiamo aspettando l’aggiornamento delle ultime classifiche. Per BoxRec attualmente sono 145esimo al mondo, una posizione che mi apre lo scenario per un titolo international. Un’altra ipotesi potrebbe essere quella dell’assalto al titolo europeo visto che sono 18esimo nella classifica UE. Vedremo quello che succederà entro la fine dell’anno. Io comunque sono pronto. Continuerò a prepararmi come ho sempre fatto cercando di vincere e conquistare qualcosa di importante”.
Una speranza condivisa anche da tutti gli appassionati che sognano di rivivere i fasti di un tempo, quando il pugilato italiano era vincente e trascinante. A Dario Morello dunque l’onere e l’onore di tenere alto il tricolore e riscrivere così la storia.