I guerrieri della muay thai alla Night of Kick and Punch 16
Sabato 8 giugno, alla Reggia di Venaria, a Venaria Reale (Torino), avrà luogo The Night of Kick and Punch 16 – Black Tie Edition 3. Organizzato da Angelo e Marianna Valente in collaborazione con la Sap Fighting Style dell’avvocato Michele Briamonte e in partnership con AB Consulting, Sicurjob Srl e H-Onelab Srl, l’evento sarà ospitato all’interno della bellissima Citroniera della Reggia di Venaria. Lo presenteranno Le Donatella (Silvia e Giulia Provvedi) insieme a Valerio Lamanna, la voce degli sport da combattimento in Italia (Che i guerrieri entrino nell’arena è la frase che lo contraddistingue). La federazione di riferimento è la Federkombat-Lega Pro Italia, l’unica federazione di kickboxing riconosciuta dal Coni.
Oltre ai combattimenti di kickboxing che, come sempre, sono il punto di forza della Night of Kick and Punch, quest’anno Angelo Valente ha voluto proporre al pubblico un combattimento tra due specialisti di muay thai: il milanese Amro Ghanem ed il francese Mohand Arkat. Nella muay thai sono consentiti pugni, calci, gomitate, ginocchiate e proiezioni, ma quando l’avversario è a terra si deve interrompere l’azione. La distanza sarà di 3 riprese da 3 minuti ciascuna. Amro Ghanem vive e combatte in Inghilterra dove l’hanno soprannominato The handsome killer (il killer di bell’aspetto).
“Ho voluto fortemente Amro alla Reggia di Venaria – spiega Angelo Valente – perché è uno dei migliori atleti di muay thai in Europa. Il suo avversario è forte. Sono sicuro che entrambi daranno il massimo e che il pubblico si divertirà. Amro ha già combattuto in due edizioni della Night of Kick and Punch: nell’11ma ha superato ai punti Claudio Calabrese, nella 13ma ha battuto ai punti Diego Fornacciari. Entrambi i combattimenti erano con le regole della muay thai. In Italia Amro combatte come atleta del Team Kick and Punch. Di recente ha combattuto a Milano nell’evento di un altro organizzatore ed io ero al suo angolo come allenatore. All’inizio del terzo round Amro ha steso Matteo Cabras con un perfetto gancio sinistro alla mascella. Quando si allena con me, gli faccio fare tanto pugilato perché sono consapevole che gli allenatori di muay thai di solito trascurano la parte pugilistica”.
Nato a Milano il 27 dicembre 1994, alto 177 cm, cresciuto nel quartiere Barona, Amro Ghanem vive a Londra da quando aveva 18 anni ed ha sostenuto 20 incontri con un record di 15 vittorie, 4 sconfitte e 1 pari. Lo scorso 23 marzo, ad un evento del circuito Muay Thai Grand Prix a Londra, Amro ha battuto Brandon Bartell per knock out alla quarta ripresa diventando campione intercontinentale dei pesi welter (66,638 kg). Il 2 aprile 2022, sempre a Londra, Amro ha vinto il titolo di campione britannico dei pesi superleggeri (63,5 kg) del MTGP battendo ai punti Dillon Elsemore. Da notare che Elsemore è soprannominato l’assassino che sorride. Quindi, la sfida per il titolo britannico era tra l’assassino che sorride e il killer di bell’aspetto… Nonostante i soprannomi, alla fine del match i due si sono abbracciati ed Elsemore ha mostrato grande sportività applaudendo Amro.
Amro, da quanto tempo ti stai allenando per il match alla Reggia di Venaria?
“Da due mesi. Sapevo da tempo che avrei combattuto alla Reggia di Venaria nel mese di giugno, ma non la data esatta. Il nome del mio avversario l’ho saputo una settimana fa. Non ho visto combattere Mohand Arkat, ma sapendo che si è allenato in Thailandia in una palestra che conosco bene ho chiesto informazioni e mi hanno detto che è un fighter di valore da non prendere alla leggera. Sono in forma, mi sto allenando bene, quindi alla Reggia di Venaria vedrete un bel match”.
Da undici anni vivi a Londra. Ti sei allenato in Thailandia. Hai notato differenze nei metodi di allenamento tra l’Italia, l’Inghilterra e la Thailandia?
“Si, a Londra e in Thailandia la parte pugilistica della muay thai viene trascurata. In Thailandia la trascurano anche per una questione di regolamento. Se il match è equilibrato i giudici danno più importanza a calci, ginocchiate e gomitate che ai pugni. Se in un round un atleta porta a segno dieci calci e l’avversario porta a segno dieci pugni, i giudici danno la vittoria del round a chi ha portato a segno i calci. In Italia, invece, si dà importanza alla parte pugilistica ed a me è tornato utile. Ho vinto il titolo intercontinentale spegnendo le lampadine al mio avversario con un pugno al fegato”.
Quando hai vinto ai punti il titolo britannico, il tuo avversario non ha protestato, anzi ti ha applaudito e poi vi siete abbracciati. E’ normale questo atteggiamento in Inghilterra?
“Certo e dovrebbe esserlo ovunque. Anch’io quando ho perso giustamente ho accettato il verdetto e abbracciato il mio avversario. Siamo tutti atleti che si alzano presto la mattina per allenarsi, che hanno un lavoro dal lunedì al venerdì e trovano lo stesso il tempo da dedicare alla muay thai. Facciamo gli stessi sacrifici. Dovrebbe essere normale rispettarsi a vicenda. Tra l’altro, non conoscevo il mio avversario Dillon Elsemore prima di affrontarlo per il titolo britannico. Oggi io e Dillon siamo diventati amici”.
La tua attività professionistica si svolge principalmente nel circuito Muay Thai Grand Prix ma quando ti arriva un’offerta per combattere in Italia la accetti subito. Per quale motivo?
“Perché sono italiano e ci tengo a combattere nel mio Paese di fronte alla mia famiglia (che continua a vivere in Italia). Secondo me, il livello delle manifestazioni di muay thai organizzate in Italia è salito molto negli ultimi anni. In Inghilterra è da molto tempo che si organizzano eventi con tanto pubblico, seguiti da mezzi di comunicazione importanti”.
Sei diventato campione britannico dei pesi superleggeri, campione intercontinentale dei pesi welter. A quale peso preferisci combattere?
“Posso combattere tra i 63,5 e i 68 kg. In questo momento peso 70 kg, ma alla Reggia peserò 68 kg. Nella MTGP gli atleti di 68 kg sono i pesi superwelter. Vedremo quali opportunità si presenteranno”.