Ape Atomica: “Nessuno è in grado di sconfiggermi”
SuperNews ha avuto il piacere di intervistare il wrestler italiano Ape Atomica, fresco vincitore di uno degli incontri più duri delle Idi di Marzo 2022. Ape Atomica è riuscito a mantenere la cintura di Campione delle Regioni e ad aiutare Shock nella difesa del titolo di Campione Italiano.
Vi riportiamo qui di seguito l’intervista completa e il link originale.
Benvenuta Ape Atomica. Complimenti per la seconda difesa titolata della cintura di Campione delle Regioni. Ci fai un bilancio delle tue ‘Idi di marzo 2022’?
Ciao Vincenzo, grazie a te e alla redazione di SuperNews per l’invito. Riguardo al bilancio delle mie “Idi di marzo”, sono contento di essere riuscito a portare a casa la vittoria, mantenendo, in un modo o nell’altro, il titolo di Campione delle Regioni. Quando la forza non basta, quando la velocità e le acrobazie non bastano, è il momento di usare la testa. Il premio più grande è stato portato a casa, e questa è la cosa che più conta. Molto importante è stato anche riuscire ad aiutare Shock dai soprusi che stava subendo da Malacarne. Anche in quel caso il prezzo da pagare è stato alto, ma alla fine ci siamo rialzati tutti e abbiamo portato a casa un’altra vittoria fondamentale. Per cui, tutto sommato, direi che il bilancio si chiude in modo molto positivo.
Giant
Warrior si è dimostrato un avversario ostico. C’è qualche altro
wrestler nel roster che temi possa soffiarti la cintura?
Si,
Giant Warrior è stato certamente un avversario ostico. Non riuscivo
a buttarlo giù e non era facile scappargli. Alla fine ce l’ho
fatta, e questo dimostra che Ape Atomica non ha paura proprio di
nessuno nel roster. Io non temo nessuno e so che nessuno è in grado
di sconfiggermi.
Su
Instagram hai pubblicato una foto con Shock e questo dimostra che fra
wrestler può esserci un’amicizia anche fuori dal ring. Ci parli di
questo aspetto meno conosciuto dal pubblico?
Certamente.
Quello che succede sul ring, resta sul ring. Fuori dal ring c’è il
rispetto, c’è l’amicizia, ci sono tanti anni di viaggi fatti
insieme, di emozioni, di adrenalina, di intrattenimento, di qualità
regalata al pubblico e quando si condivide tutto ciò, quando si
cresce uniti, un legame resta. Perché queste sono emozioni molto
forti che vengono vissute da noi lottatori. Io e Shock abbiamo
debuttato praticamente lo stesso anno e da allora ci siamo incontrati
diverse volte. Abbiamo assistito ai successi e ai fallimenti l’uno
dell’altro e siamo rimasti sempre molto uniti. Ed è proprio per
questo motivo che posso ritenerlo come un fratello, perché abbiamo
condiviso veramente di tutto. Ciò non toglie che se dovessimo
ritrovarci ancora sul ring, magari per il titolo italiano o per il
titolo regionale, sarà guerra, anche se c’è rispetto e ci
vogliamo molto bene.
Raccontaci
i tuoi progetti futuri e, se puoi, svelaci qualche anticipazione.
Per
quello che riguarda il futuro dell’Ape Atomica ci sono diversi
progetti e molta carne sul fuoco. Quello che mi interessa fare di più
è esibirmi e poter regalare al pubblico emozioni facendo le mie cose
ed essendo fonte di ispirazione. Ho molti progetti anche fuori
dall’Italia, ma non è ancora il momento di parlarne. L’obiettivo
è quello di riuscire a crescere un po’ a livello di figura e a
livello di wrestler, ma soprattutto trovare degli occhi sempre più
importanti sotto i quali esibirmi.
Nella
tua attività di coaching come ti interfacci con le persone che si
approcciano a questo spettacolare sport?
Come
coach e come preparatore atletico, quello che faccio è preparare le
persone in modo funzionale al ring. Quindi non solo sotto l’aspetto
estetico, ma anche pratico. Il ring richiede una particolare
prestanza fisica, specialmente nella mia categoria acrobatica. Dopo
spiego esattamente cos’è il wrestling e quanto pesa a livello
psicologico e a livello di determinazione. Una particolarità del
coaching è che varia da soggetto a soggetto, ogni persona ha bisogno
di determinate cose e poi, in base alle singole necessità, è il
coach che fa la differenza per ottenere i risultati.
C’è
qualcosa che cambieresti per aumentare la popolarità del Wrestling
Made in Italy?
Dopo
anni passati ad arrabbiarmi perché non esiste una WWE in Italia, ho
capito che in realtà sono stato fortunato perché il wrestling non
appartiene a questa nazione e poteva anche non esserci per niente,
quindi questo è un concetto importante che sento di dover
trasmettere. Oggi in Italia ci sono tantissimi atleti, molto
preparati, con bei costumi e capaci nella costruzione degli incontri.
Noi lottatori, non avendo una vera WWE, non avendo nulla sopra la
testa, abbiamo creato un ambiente dove anche se la tattica e il
fisico non sono impeccabili, tutto sommato il pubblico risponde bene
e non c’è nessuno che possa toglierci la possibilità di esibirci.
In WWE, se non sei perfetto su 3-4 aspetti specifici tendono a non
considerarti, mentre in Italia non succede, puoi comunque esibirti e
avere una risposta. Per aumentare il bacino di utenza basterebbe
suscitare l’interesse di un parco divertimenti e partecipare come
attrazione, oppure basterebbe che un ring venisse montato su una
nave, un po’ come ha fatto Chris Jerico nelle Jerico Cruise. Quello
che serve per fare crescere il wrestling Made in Italy è smuovere
qualcosa a livello imprenditoriale, perché tanto la disciplina piace
alle persone e si venderebbe facilmente. Solo che le promotion che al
momento fanno wrestling sono promotion con una capacità economica
che non è certamente quella imprenditoriale. Una realtà di
wrestling a stento ha i soldi per lo show successivo. In definitiva,
per far risollevare tutto il movimento servono soldi veri, capacità
vere e un team di esperti ben strutturato. Noi in Italia avremmo la
possibilità di fare wrestling e di viverci senza dover essere ai
livelli della WWE, però ci servono degli imprenditori che possano
garantire un ritorno.