Ivan Zucco: “Mi sto allenando a Tenerife, il 22 aprile sarò al top della forma”
Venerdì 22 aprile, al palasport di Verbania, avrà luogo la sfida sulla distanza delle dodici riprese tra l’imbattuto peso supermedio Ivan Zucco (15-0 con 13 vittorie prima del limite) ed il serbo Marko Nikolic (28-1 con 12 KO) per il vacante titolo internazionale WBC. I biglietti sono in vendita sul sito TicketOne.it (60 euro per un posto a bordo ring e 30 euro per la tribuna) e stanno già andando a ruba considerata la grande popolarità di Ivan nella sua città. Conquistare il titolo internazionale WBC è molto importante per qualunque pugile perché significa essere classificati tra i primi 15 al mondo dal World Boxing Council. Infatti, nell’albo d’oro di questo titolo figurano molti fuoriclasse che poi sono diventati campioni del mondo. Organizzata da Opi Since 82-Matchroom-DAZN la Verbania Boxing Night sarà trasmessa in diretta streaming e poi on-demand da DAZN.
Nato a Verbania, in Piemonte, 26 anni fa, alto 184 centimetri, professionista dal novembre 2017, Ivan Zucco ha avuto una bella carriera dilettantistica diventando campione d’Italia nelle categorie Youth e Junior e disputando due match con la maglia della nazionale (uno in Francia e l’altro in Polonia). Da professionista, ha vinto il titolo italiano dei pesi supermedi contro Luca Capuano e lo ha difeso contro Ignazio Crivello prima di abbandonarlo per andare alla conquista del titolo internazionale WBC.
Ivan, per quale motivo hai lasciato il titolo italiano?
“Perché dopo averlo vinto e difeso ho pensato che fosse il momento di cercare di vincere un titolo internazionale. Ne ho parlato con mio padre e con la famiglia Cherchi ed abbiamo deciso di seguire la strada dell’internazionale WBC.”
Hai visto i video dei combattimenti di Marko Nikolic?
“No, lascio questo lavoro ai miei allenatori. Come sempre, mi allena mio padre Andrea. Con lui collaborano Giuseppe Castellano e Andrea Canova. Loro guardano i miei avversari e decidono la strategia da seguire sul ring. A me piace informarmi sui miei avversari per avere delle notizie che mi possono tornare utili. Su Nikolic, ad esempio, mi è stato detto che è un tecnico e non un picchiatore e che è più alto di me. Ma non impazzisco pensando troppo ai miei avversari. L’importante è che io stia bene fisicamente e psicologicamente. Ho anche un preparatore atletico: Gabriele Boldini.”
Hai anche un mental coach?
“Finora non ne ho avuto bisogno ed infatti non ho mai considerato l’idea di ingaggiarlo. Mai dire mai. In futuro potrei anche decidere di rivolgermi ad un mental coach.”
Come procede la preparazione?
“Benissimo. Mi trovo a Tenerife, nelle isole Canarie, e mi sto allenando alla palestra MTK con il maestro Manuel Povedano. Sono stato qui una settimana, poi sono tornato in Italia. Ora sono di nuovo a Tenerife e ci rimarrò tre settimane. La mattina corro sulle distanze dei 400 e degli 800 metri. I miei tempi sono 1 minuto e 10 secondi sui 400 metri e 2 minuti e 35 secondi sugli 800 metri. Sempre la mattina, lavoro con i pesi. Il tutto dura un’ora e mezza. Nel pomeriggio vado in palestra per due ore e perfeziono la parte pugilistica con il maestro e facendo sparring con dei pugili locali.”
In Italia la categoria dei pesi supermedi conta anche Daniele Scardina e Giovanni De Carolis che si affronteranno il 13 maggio a Milano. Sarai all’Allianz Cloud per assistere alla sfida?
“Certamente, sono due pugili di valore. Non escludo di affrontare uno di loro nel prossimo futuro. Valuterò la situazione insieme a mio padre ed alla famiglia Cherchi.”
Hai un campione italiano o straniero come punto di riferimento?
“Il messicano Canelo Alvarez, che reputo
il migliore considerando tutte le categorie di peso. Credo che sia il modello
di tutti i pugili della mia generazione. Da ragazzo, non ho mai avuto idoli
anche se mi piacevano Roberto Cammarelle e Domenico Valentino.”
Di recente, un giornale ha pubblicato una tua dichiarazione: non pensi di usare il diploma di perito informatico perché il tuo obiettivo è diventare campione del mondo. Confermi?
“Certo, confermo due volte. Da quando è stata pubblicata questa frase, tantissime persone mi chiedono del diploma di perito informatico come se un pugile non potesse anche avere una preparazione informatica. Ho fatto i miei studi, ma sono diventato un pugile professionista e il mio obiettivo a lungo termine è diventare campione del mondo. Quando avrò appeso i guantoni al chiodo penso che rimarrò nell’ambiente del pugilato. Quindi, non credo che lavorerò mai come informatico.”