Interview with… Dave Leduc (english and italian version)

In campo sportivo a scrivere la storia sono soprattutto i campioni. Negli sport da combattimento questa caratteristica assume una connotazione ancor più elevata se si pensa che gli atleti coinvolti gareggiano l’uno contro l’altro spingendo al limite della sopportazione umana il proprio corpo.

C’è un’arte millenaria in particolare dove il sacrificio e la violenza toccano vette altissime. Stiamo parlando del Lethwei.

Questa antica disciplina affonda le sue radici in Birmania e si contraddistingue per l’uso nel combattimento dei pugni (rigorosamente senza guantoni), dei gomiti, delle ginocchia, dei calci e persino della testa.

Per il suo carattere tradizionale e a tratti mistico, fino a poco tempo fa veniva praticata solo dai lottatori del luogo. Poi però è arrivato uno straniero che, mantenendo fede alla nostra intro sulle capacità dei campioni, è stato in grado di scrivere la storia.

Il suo nome è Dave Leduc e noi abbiamo avuto l’onore di intervistarlo.

Qui sotto trovate l’intervista integrale in lingua inglese.

Interview (English version)

Questa invece la trascrizione in italiano.

Ciao Dave, grazie per la tua disponibilità. E’ un vero onore. Innanzitutto come stai? Quanto ha influito la pandemia da Coronavirus su un professionista di fama mondiale come te?

Sto bene, onestamente la crisi non mi ha colpito più di tanto. Mi sono allenato tutti i giorni. Le palestre ora in Canada sono aperte e sto lavorando insieme al mio coach, il mio mentore sin dal primo giorno. Penso che in questo momento bisogna fare delle scelte non stupide. Ognuno dovrebbe essere libero di stare in quarantena o, se sano, tornare a lavorare o a fare quello che faceva prima. E’ una violazione, un diritto anticostituzionale oltre che illegale fermare le persone. Sono contento quindi che tutto sia ricominciato. Ora sono concentrato sull’allenamento e sulla mia Academy di Lethwei”.

Ok, adesso andiamo un po’ indietro nel tempo fino alle origini. Come è nata la tua passione per gli sport da combattimento?

Ho iniziato a praticare sport da combattimento a 17 anni. Prima giocavo a baseball, facevo il lanciatore. Gli inverni in Canada però sono freddi e poi avevo voglia di cambiare. Mio padre pensava fosse una scelta folle. Ho trovato comunque una palestra ed ho cominciato ad allenarmi. Ho praticato kickboxing ed MMA. Quattro anni dopo sono diventato pro e ho fatto il mio primo match in Thailandia perché il Myanmar era ancora inaccessibile. A tal proposito voglio precisare, per far capire alla gente, che il motivo per cui mi sono avvicinato prima alla Muay Thai e poi al Lethwei è perché un tempo il Myanmar era sotto un estremo controllo militare ed era difficile anche solo visitarlo. Così, siccome avevo diversi amici che si allenavano di Muay Thai in Thailandia, ho deciso di andare lì. Ma il mio sogno, il mio vero obiettivo è sempre stato quello di andare in Myanmar e combattere di Lethwei perché è lo sport più figo e cazzuto che ci sia. Comunque anche la Muay Thai mi ha dato tanto. Ho vinto parecchio, ho combattuto anche nella celebre Prison Fight. Proprio in quel periodo mi hanno proposto di combattere in match di Lethwei in Myanmar e ovviamente ho subito accettato. E’ stato un cambiamento radicale. Nella Muay Thai ci sono molte più regole rispetto al Lethwei dove per esempio non ci sono i guantoni e si possono dare le testate. E’ un vero free fighting”.

Dave, alla luce di tutto questo: come è entrato definitivamente il Lethwei nella tua vita?

Il mio coach Sifu Patrick Marcil, detto Sifu Pat, mi mostrò una rivista dove c’era un articolo che parlava del Lethwei. Appena l’ho visto ho pensato subito che era proprio quello che cercavo: The Arts of 9 limbs (ndr. letteralmente La disciplina dei 9 arti). Puoi dare testate, puoi usare in qualsiasi modo i gomiti e le ginocchia. Non ci sono guantoni a proteggere le mani. Insomma, volevo assolutamente farlo! Ho iniziato così a prendere lezioni private con Sifu Pat. Avevo 18 o 19 anni ed è strano perché poi ho combattuto di Lethwei solo molto tempo dopo e nonostante questo sono diventato anche campione del mondo. Durante gli anni infatti non ho mai smesso di sognare e di credere in me stesso. Ho combattuto nella Muay Thai perché non avevo scelta, ma la mia aspirazione era un’altra e si vede. La gente mi dice che non sono molto tecnico, ma non mi importa. Quello che voglio è solo finire il mio avversario e procurargli un sacco di ferite”.

Un concetto molto interessante. E parlando proprio di Lethwei, quale pensi sia stato il tuo miglior match?

Ho due incontri preferiti. Mi piace molto ricordare la mia gomitata girata contro Phoe in Giappone. Amo molto anche la mia prima sfida contro Too Too nel 2016. E’ stato il mio primo match di Lethwei. E’ terminato in pareggio, ma è stato un combattimento veramente molto intenso che penso di aver dominato. Adesso che ci penso però anche il mio ultimo incontro della trilogia con Tun Tun Min entra nella lista perché sono riuscito a mandarlo a tappeto con una gomitata e una testata nel primo round. E’ stato importante vincere per me quel match e sono davvero orgoglioso di esserci riuscito”.

Siamo arrivati all’ultima domanda. Ti ringrazio ancora per il tempo che ci hai concesso. La domanda è la seguente: cosa c’è nel futuro di Dave Leduc?

Ogni giorno cerco di aggiornare il mio curriculum, di scrivere la mia storia. Prima della pandemia il mio obiettivo era quello di lavorare allo sviluppo della mia Academy. Attualmente abbiamo cinque scuole, una in Canada, una a New York, una a Los Angeles, una in Islanda e una in Texas. Abbiamo lanciato il sito ufficiale www.leduclethwei.com e la speranza è quella di avere sempre più palestre affiliate e allievi che studino le mie tecniche. Quindi questo è il mio prossimo step, portare il Lethwei in ogni Paese del Mondo. Non sarà facile, ma grazie anche ai miei match trasmessi su UFC Fight Pass lo sport è cresciuto. Prima lo conoscevano in pochi, ma ora ci sono sempre più fan. Per quanto riguarda la mia carriera sto valutando diverse proposte. Un promoter mi ha fatto un’offerta per combattere contro la leggenda della Muay Thai Buakaw. Ho accettato nonostante so già che se il match si farà sarà sicuramente con i guantoni e senza testate. Sono convinto comunque che un giorno questa super sfida con Buakaw si farà. Per quanto riguarda il Lethwei continuerò a difendere la mia cintura nel World Lethwei Championship. Poi che altro dire, ovviamente continuerò ad allenarmi duramente ogni giorno. Ringrazio tutti i miei fan italiani che mi sostengono. Sono stato a Brescia di recente per fare un seminario ed ho visto con i miei occhi quanto le persone in Italia amino il Lethwei. Spero che sempre più appassionati e lottatori si avvicinino a questa fantastica disciplina. Un saluto a tutti e… grazie mille (detto in italiano)”.

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